...
Credevo abitasse a Sintra ?
Alla fine del 1975, i miei genitori hanno traslocato a Sintra. Era l’epoca in cui, anche se giovane, ho rivoluzionato il mio modo di vivere. Con mio fratello Jean, ci alzavamo presto tutte le mattine per praticare, leggevo anche molto. Sono diventato vegetariano (rigidamente per 7 anni ) e mi sono alimentato secondo i principi macrobiotici. Sono sempre stato debole di salute ed ho avuto malattie gravi da giovane a Lobito. Per esempio avevo sempre forti dolori alle ginocchia, anche se non mi allenavo più diversi altri problemi. Dal momento che aberravo le medicine ho cambiato la mia alimentazione e il mio modo di vivere dopo aver letto lo ZEN macrobiotico di Ohsawa, e, aiutato dalla pratica del karate, mi sono guarito da solo in tre mesi. Da allora non sono più tornato da un medico, adesso sono passati 30 anni, non sono più così rigido, ma cerco di mantenere un alimentazione di base sana.
Sensei Luís de Carvalho (a dx) e suo fratello Jean si allenano a Sintra (fine 1975)
Alla fine del 1975, a Sintra, ho visto un manifesto che riportava :« Prossima apertura di un club di karaté Shotokai ». Ero contento perchè Lisbona era piuttosto lontana. Il club ha aperto : era l’epoca dell’onda di « Bruce Lee » e ci sono state quasi un centinaio di iscrizioni. Ero cintura gialla. Il nostro professore era Manuel Sisudo, mi ha lasciato un ottimo ricordo. Era esigente e ci faceva lavorare sodo. Lui era allievo del M.Raul Cerveira.
Sensei Manuel Sisudo (dx) e Luís de Carvalho (sx)
Ha partecipato agli stage del Maestro Murakami dall’inizio ?
Il Maestro Murakami veniva tre volte l’anno a Lisbona a gennaio, maggio e agosto. Non so se c’è stato lo stage a Gennaio 1976, forse il nostro insegnante aveva pensato che fossimo ancora troppo inesperti, non lo so ma non ne ho sentito parlare. Ma con tutto quello che sentivo sulla sua severità, mi allenavo e correvo tutti i giorni per essere all’altezza. Quando qualcuno si alzava dal Kiba-dachi, Manuel Sisudo ci diceva « se fate così durante uno stage sono dieci giri di usagi-tobi (saltelli) », allora mi preparavo. Presto sono riuscito ad avere un doppione della chiave del dojo. Annotavo le lezioni su un giornale e poi seguivo un allenamento individuale molto duro, a tal punto che non riuscivo mai a rispettarlo…
Sintra – fine 1975 – foto di gruppo
Nella primavera del 1976 cambiammo professore. Quello nuovo era il M. Soares (ma non il Soares da Veiga che verrà più tardi). Ci preparavamo per lo stage di Maggio. Un giorno, alla fine del corso il nostro insegnante di annunciò che lo stage di maggior 1976 era stato soppresso. La ragione era che in Aprile ci sarebbe stato un giorno unico di stage con Il Maestro Egami. Quando la data si è avvicinata ho chiesto al mio insegnante se fosse possibile andare ad accogliere i Maestri all’aeroporto. Forse fu un po’ sorpreso dalla mia audacia ma mi disse che in effetti ci sarebbe stata un accoglienza dei praticanti. Nei libri in francese avevo già letto il nome del Maestro Egami e sapevo che era una sommo, quindi avevo fretta di incontrarlo.
La visita del Maestro Egami in Portogallo
All’aeroporto eravamo una trentina ad attendere Il Maestro Egami. Li aspettavamo da una parte e credo siano arrivati dall’altra. Il Maestro Murakami in testa, camminava svelto, seguito dal Maestro Egami, da sua moglie e dal Maestro Miyamoto. Li vedevo per la prima volta. Questi grandi Maestri di cui tanto avevo sentito parlare erano li, a tre metri e ci sono rimasti un bel po’. Il Maestro Egami aveva qualcosa di raro e indefinibile. Molto dolce, quasi intimidito era difficile immaginare che fosse un dio del karate. Il Maestro Murakami era più severo, perchè non voleva perdere tempo, né che ci fosse disordine durante la corta cerimonia. Il Maestro Gueifão fotografava, se ricordo bene, e si fece richiamare dal Maestro Murakami che lo cercava e non lo trovava nascosto com’era dietro la sua macchina fotografica: è stato piuttosto divertente. Inseguito il Maestro Egami tenne un breve discorso che Il Maestro Murakami tradusse in francese. Ho molto apprezzato perchè ero molto vicino a loro e cercavo di carpire il mistero di quei personaggi.
Nello stage seguente, il Maestro Miyamoto ha diretto la lezione. Eravamo circa mille persone! Ho apprezzato ancora di più di essere andato all’aeroporto perché era molto più intimo.
L’estate 1976 ero in Francia, dalla mia famiglia nelle Lande, in vacanza e quindi non ho partecipato allo stage. Il mio primo vero stage è stato nel gennaio del 1977. c’era molta gente in quel periodo e il Maestro teneva tre corsi in una grande palestra (principianti, medi e avanzati): era molto impressionante.
Più tardi, nel corso del 1977, a Sintra abbiamo ancora cambiato Sensei.
Era la persona che abbiamo incontrato al SIM ?
Si, Soares da Veiga. Era un buon insegnante, molto gentile e esigente. Purtroppo nel dicembre del 1977, se ricordo bene, ha avuto un grave incidente d’auto. Facevamo lo kangeiko (stage invernale) al dojo. Cominciavamo presto la mattina e ci allenavamo mattina e sera. Una mattina non è venuto, eravamo stupiti perchè a volte aveva impegni di lavoro ma ci avvisava sempre. Più tardi abbiamo saputo che aveva avuto un incidente venendo all’allenamento. Il Maestro Murakami lo amava molto e a ogni stage lo andava a trovare. Più tardi, anche se molto indebolito ha preso la cintura nera dal Maestro Murakami. Sono stato molto contento di rivederlo a Lisbona nel 2003.
Più tardi mi è stato proposto di diventare insegnante se avessi potuto andare ad allenarmi con il M. Raul Cerveira a Lisbona e Cascais. È a causa di queste spiacevoli circostanze che ho cominciato molto presto a tenere le lezioni. Insegnavo tre volte a settimana e andavo ad allenarmi a Cascais e al Judo Club a Lisbona.
Sintra en 1978 |
Era molto giovane e con una cintura di basso grado, è stato un problema ?
A quell’epoca le cinture nere erano rare. Una marrone poteva insegnare se Il Maestro Murakami dava il suo accordo. Ma è andato tutto bene. Abbiamo fatto un bel gruppo che si allenava duramente. C’era anche Carlos Costa che è diventato insegnante a Mem-Martins.
Partecipavo a tutti gli stage e apprezzavo molto il venerdì sera le cene degli insegnanti con il Maestro. Molti non venivano ma io non l’avrei persa per nulla al mondo poiché eravamo poco numerosi. Andavamo al ristorante Hong-Kong nel centro di Lisbona che si trovava vicino all’hotel del Maestro. Credo mi trovasse molto giovane e mi guardava con aria divertita.
Una piccola storia: studiavo in quel periodo molte cose, fra cui l’astrologia, ed ho chiesto a tutti per sapere il segno zodiacale del Maestro. Nessuno lo sapeva… allora durante una di quelle cene ho messo insieme tutto il mio coraggio per chiedergli la sua data di nascita. Il Maestro rispondeva sempre alle domande, ma per le domande sciocche aveva sguardi o risposte che ghiacciavano il sangue, o peggio al corso seguente teneva una lezione di «educazione silenziosa ».
|
Pochi osavano porgli domande, ma ho notato che rispondeva sempre. Anche oggi mi pento di non avergli posto più domande più interessanti. Alla fine osai chiedergli la sua data di nascita. Fumando la pipa girò gli occhi senza muovere la testa, aspettò un momento e disse « 31 febbraio». Cominciai a riflettere per risalire al suo segno zodiacale prima che qualcuno vicino a me mi dicesse: « non esiste il 31 febbraio». Abbiamo riso ed infine disse: « 31 Marzo». Più tardi, quando sono arrivato a Parigi nessuno sapeva la sua data di nascita e nel 1980 ho notato che il suo compleanno cadeva un giorno di allenamento ed ho proposto agli anziani di fare un piccolo regalo. Gli abbiamo regalato una penna e aprendolo mi ha guardato pensando:« Ah ! sei stato tu! ».
In fin dei conti ero molto contento di praticare con Il Maestro agli stage e visto che parlavo francese a volte avevo l’occasione di parlargli, perché partecipavo alle riunioni e alle cene degli istruttori.
Sintra nel 1978, Sensei Luís de Carvalho dirige un corso.
Nel gennaio del1978 si è prodotto un altro importante avvenimento. Ero allievo del M. Raul Cerveira e insegnante a Sintra. Avevo già avuto delle strane impressioni quando gli anziani criticavano Il Maestro Murakami. Alcuni dicevano, « è un uomo d’affari, viene solo per i soldi, guardate come si veste, vestito cravatta e ventiquattrore, è un vero businessman» oppure « non vuole vederci progredire altrimenti perde il suo posto ». quello che più mi sorprendeva era che queste idiozie fossero dette dagli anziani. Avevo fiducia nel Maestro Murakami ma, essendo degli anziani, ascoltavo senza dire niente e pensavo forte dentro di me che non avevano capito niente.
La situazione era piuttosto buffa. Conoscerete senz’altro la storia dell’allievo straniero invitato da un anziano a partecipare ad uno stage a Lisbona. Era un allievo che praticava da poco con il Maestro, aveva praticato Shotokan e aveva appena cominciato lo Shotokai. Il malcapitato aveva fatto diverse migliaia di chilometri per venire a Lisbona per lo stage. All’epoca sentivo spesso dire “ i francesi sono scarsi non sono buoni karateka » e altro, giravano molte voci. Arrivato a Lisbona, questo allievo andò ad incontrare Il Maestro Murakami (che non ne sapeva nulla) sorridente, dicendo che veniva per lo stage. Il Maestro gli annunciò che non era autorizzato a partecipare allo stage. La sua decisione fu irrevocabile : non ebbe nemmeno il permesso di venire per guardare. È stato duro, ma necessario nel contesto, poiché lo scopo di coloro che lo avevano invitato era di dimostrare davanti a centinaia di stagisti “ecco a cosa somigliano gli allievi di Murakami », era abbastanza machiavellico ma Il Maestro non offriva molte aperture per gli attacchi.
Per tornare al Gennaio 1978, penso fosse durante uno stage a Paço d’Arcos, presentai il 1° kyu, c’era una pletora di candidati, una sessantina considerando tutti i gradi. Venni bocciato, cosa per me totalmente normale, ma sorprendentemente tutti vengono bocciati. Tutti i sessanta candidati, tranne uno che prese la cintura nera. Era piuttosto in abituale che tutti fossero bocciati.
Arrivò il sabato pomeriggio durante la riunione degli insegnanti. Se ricordo bene eravamo all’Hotel Dom Carlos, in una sala. L’atmosfera era tesa. Il Maestro Murakami si arrabbiò con il M. Raul Cerveira, spiegò lungamente le sue ragioni. Il M. Cerveira allora aveva molti allievi e dirigeva diversi dojo, portava molti allievi agli stage, ma certi suoi comportamenti non erano per niente piaciuti al Maestro. Il Maestro si arrabbiò sempre di più e fini per chiedergli di andarsene.
A quel punto cominciò una discussione sulla legalità di tale procedura « non è democratica “ dicevano alcuni “ è l’assemblea generale a dover decidere” ecc… il maestro lasciò discutere in silenzio. In una scena indimenticabile per chi l’ha vissuta, si levò di scatto, si piazzo in piedi di fronte al M. Cerveira e gridò: “se ne vada” indicando la porta con un dito. Il M. Cerveira si alzò e partì. Il problema era che il M. Raul era il mio insegnante e non me lo aspettavo per niente. Avevo anche pranzato con il M. Raul Cerveira quel giorno e il mio kimono era nella sua auto.. visto che dovevo ripartire con lui. Il Maestro annunciò agli allievi del M. Cerveira che dovevano scegliere. Non avevo nulla contro il M. Raul Cerveira ma il mio Maestro era Murakami. Su due piedi decisi di rimanere con Il Maestro Murakami. Poco a poco gli insegnanti del M. Cerveira si alzarono a salutare Il Maestro per dirgli che partivano. Lui si alzò per stringere loro la mano, questi momenti di strappo sono sempre duri, ma è così. Partirono tutti: solo io rimasi. Io sono voluto rimanere col Maestro Murakami ma non avevo dimenticato il mio kimono nell’auto del M. Cerveira. Alla fine dissi al Maestro « Maestro, resto con lei », mi guardò e non disse nulla. Passòa un po’ di tempo. Poi gli dissi: “ mi scusi ma ho il kimono nell’auto del M. Cerveira, devo andarlo a prendere prima che se ne vada ». Là in tutta questa tensione mi guardò con un aria intenerita come per dire « che tipo strano ». Arrivato di sotto il gruppo stava discutendo. Forse hanno pensato, vedendomi arrivare che ci avevo messo un po’ ma mi ero finalmente deciso a raggiungerli. Vidi il M. Raul Cerveira e gli dissi « resto con Il Maestro », hanno capito e nessuno fu cattivo, aggiunsi « posso riavere il mio kimono che è nella sua auto ? ». Avevo 18 anni ed ero abbastanza timido, quando tutto fu finito mi sorpresi di essere riuscito ad aprir bocca in una tale tensione.
In seguito l’atmosfera era abbastanza pesante. Per fortuna c’erano i Maestri Mario Rebola, Alexandre Gueifão, Fernando Sarmento, Sousa « Pasqualinho » e altri che comprendevano Il Maestro Murakami e lo sostenevano. Ho un grande sentimento di gratitudine verso di loro, soprattutto da quando, più tardi, seppi che in diversi paesi alcuni responsabili, ottusi e senza capacità di giudizio, evitavano di invitare il Maestro Murakami perché con la sua severità faceva perdere i “clienti”. I responsabili del Portogallo invece hanno sempre resistito, nonostante grosse difficoltà finanziarie per organizzare gli stage, visto che a quel tempo la differenza di tenore di vita era più importante.
Più tardi il M. Cerveira invitò il M. Harada a tenere uno stage e seguì la sua pratica. Il primo stage andai a guardare, seduto nelle tribune. Ero stordito perché vedevo che il M. Harada passava più della metà del tempo a criticare Il Maestro Murakami, nei dettagli. Non potevo crederci e mi dissi che avevo fatto la scelta giusta.
Agosto 1978, Liceo Gil Vicente, stage con Il Maestro Murakami, Luís de Carvalho è il 3° in piedi da sinistra. (cortesia di Manuel Ceia)
Era nuovamente senza insegnante ?
Tornato al dojo di Sintra ho dovuto annunciare la mia decisione ma tutti mi hanno seguito. La sera Il Maestro a tenuto un’altra riunione per designare un responsabile per supervisionare il mio lavoro e mi sono iscritto al suo dojo, si trattava del M. António Lima. A partire da questo momento ho fatto ancora più attenzione ad ascoltare bene il mio insegnate ma sempre con gli occhi rivolti al Maestro Murakami.
A causa di questa atmosfera i praticanti di Lisbona non avevano diritto di fare stage altrove, né tantomeno a Porto, o a Sérignan, nessuno. Mentre quelli di Porto avevano il diritto di venire a Lisbona. Era così.
Nel Maggio 1979, ho chiesto al Maestro il permesso di partecipare allo stage di Porto e a Sérignan-Plage. Ha accettato. E il M. Pedro Paredes mi ha ricevuto bene a casa sua perché in quel periodo credo studiasse a Porto.
A Sintra en 1979
|
Nel frattempo non andavo più molto ad allenarmi con il mio insegnante. Il Maestro mi convocò un pomeriggio al suo hotel per chiedermi la ragione per cui non andavo più agli allenamenti con il mio insegnante. A volte aveva un modo di guardare come se fossi trasparenti.
Ero in buoni rapporti con il mio insegnante, ma criticava troppo tutti e questo non mi piaceva. Ma finalmente Il Maestro mi chiese : « Perché non ci andate più ? ». gli risposi : « ho letto il libro del Maestro Egami che mi ha aiutato molto, ma quando ne ho parlato con il mio insegnante mi ha detto che Il Maestro Egami non faceva altro che parlare delle sue zuffe e del suo tsuki e che non c’era molto di interessate nel suo libro. » ho continuato « con una persona con questa comprensione del karate non sono motivato a praticare » avevo 19 anni e la faccia tosta per parlare in questo modo. Ma mi ha detto : « Ah davvero! Ha criticato Il Maestro Egami..» poi si è zittito e ha parlato d’altro e non mi ha più chiesto nulla sul mio ex insegnante. Ma il mio insegnante era una brava persona e ripensandoci oggi credo di essere stato un po’ troppo radicale.
|
Avete molte foto di quell’epoca !?
Si. Grazie a mio fratello Jean. Da sempre era appassionato di fotografia e ne ha fatte molte. Visto che ci allenavamo spesso fuori dalle lezioni era facile fare fotografie per divertimento.
Quando si è trasferito a Parigi ?
Nel 1979, il 24 settembre sono andato a vedere Il Maestro per la prima volta a Parigi. Mi sono diplomato e mi sono detto che nella vita bisogna fare ciò che ci piace. L’idea di studiare, prendere un diploma, avere un lavoro non mi stimolava affatto e avevo il sentimento che praticare a Parigi con il Maestro fosse una questione vitale. Senza un soldo ho preso la mia decisione grazie a mio fratello che viveva già là. Mio fratello era arrivato prima, ne avevamo parlato e anche lui voleva allenarsi con Il Maestro Murakami, abitava a Bordeaux, ha dato le dimissioni ed è venuto a Parigi, senza lavoro, vivendo in hotel (era il 1978), prima di trovare un lavoro e iscriversi al dojo del Maestro Murakami a rue Mercoeur.
E Il Maestro Murakami cos’ha detto della vostra idea ?
Era sempre molto prudente e diffidente con gli occidentali. Mi ricordo di un anziano che si è fatto dare una « lezione » per aver chiesto al Maestro se era possibile andare in Giappone per allenarsi col Maestro Egami. (con l’aria di dire che il Maestro non era abbastanza). Il Maestro si è « occupato » bene di lui …durante gli stage. Senza rispondergli direttamente gli dimostrava che « se non si sforzava abbastanza con lui non c’era motivo di andare in Giappone », ma è la mia impressione. Perché Il Maestro non rispondeva mai direttamente a certe domande, ma con la severità ci spingeva a riflettere e a prendere la responsabilità delle nostre parole. Molti non comprendevano la ricchezza di tale insegnamento. Molti anche oggi non hanno saputo riflettere sulle cause della severità del maestro nei loro confronti. Sono persone con un cervello rovinato dall’educazione moderna dove tutto è spiegato a parole, gente senza intuito che non ama essere ripresi, come bambini viziati.
Agosto 1978, riunione degli insegnanti all’Hotel Don Carlos
seduti da sx a dx António Lima, Cacho,Il Maestro Murakami, Mário Rebola, Manuel Ceia; accucciati in mezzo da sx a dx Sousa « Pascoalinho », Fernando Sarmento;
in piedi da sx a dx?, Simões, Paulo Romero, António Camacho, Rui Ribeiro, Luís de Carvalho, Manuel Sarmento, Guilherme Morais.
|
Volevo informare personalmente il Maestro Murakami che partivo per Parigi, ma sono stato circuito da non so quale cintura nera. Dirigevo la ginnastica dei principianti il primo giorno di stage nell’agosto del 1979. non avevo ancora visto il Maestro, poiché arrivava sempre a corso iniziato. Nel bel mezzo della ginnastica venne verso di me e mi disse :
« Andate a Parigi ? »
« Si, Maestro », risposi
« Ma per lavoro o cosa ? ». mi chiese nel suo francese inimitabile
« SI..Si »
Ed andò via senza dire altro.
Più tardi ho capito che per «lavoro » Il Maestro intendeva “ praticare il karate », ma non era evidente, quindi non sapevo se parlava di karate o di trovare lavoro. Dovevo passare la cintura nera in quello stage ma il Maestro ha rifiutato di farmi presentare. Disse: « vedremo a Parigi ».
(a seguire)
Propositi raccolti da Pierre-Jean Boyer.
(Tradotto dall'francese al italiano da Isabelle Sebastiani)
|