Non ho avuto la fortuna di conoscere il « primo dojo » del Maestro Murakami in Boulevard Auguste Blanqui verso gli inizi degli anni sessanta (Il MJC Mercoeur è il suo « secondo dojo ») ma quando il Maestro Murakami venne al 34 di rue de La montagne Sainte Geneviève, nel Novembre 1957, ero fra coloro che assistevano al suo arrivo. Era ciò che possiamo definire “l’epoca eroica”.
Bambino, ero nutrito da letteratura cinese. Se ne traevano fantastici exploit, eroi invulnerabili, combattimenti sui tetti delle case e sulle cime degli alberi. Queste storie immaginarie ci seguivano nei sogni di bambini ma ho dovuto aspettare a lungo prima di vedere un Maestro d’armi in carne ed ossa.
Quando Nguyên Van Nam, al tempo brillante cintura nera di Judo (le cinture nere di Judo erano piuttosto rare al tempo, soprattutto a diciotto anni come Nam) ci propose di organizzare un corso di "karaté" il giovedì pomeriggio, giorno libero da impegni scolastici, siamo stati una decina, tutti allievi interni del Liceo Baptiste Say ad accettare entusiasti.
H. Plée ci dava le prime lezioni, tutto era molto semplificato, si eseguivano i movimenti che Hiroo Mochizuki, al tempo giovane studente di passaggio, aveva spiegato a Plée qualche mese prima. Il gruppo pagava 10 000 Franchi al mese, che faceva 1 000 Franchi (10 F attuali) per ciascuno di noi.
Un giono H. Plée ci annunciò l’arrivo di una maestro giapponese di ventinove anni : Murakami.
Fu per me una grande gioia: lavorare sotto la direzione di un «vero» maestro. L’uomo non tradiva la reputazione che già si era formata nella mia testa: prima di tutto parlava solo giapponese, e poi muscoli, e poi i "kento" molto sviluppati, e il taglio di capelli, i baffi, il kimono. Tutto mi incantava…
Dopo qualche giorno, visto che non finiva di farci lavorare su kihon, ippon sambon kumité, arrischiai una parola :"kata".
Il Maestro Murakami : "kata?"
Io : "kata", "Si, kata".
Era la fine della lezione, posò i suoi zooris, tornò in mezzo alla palestra e eseguì per noi lo Heian Nidan.
Quale tecnica, quale precisione: fu la prima volta che vidi il Maestro Muratami eseguire un kata.
Da momento che ero a pensione, vivevo solo per i giovedì pomeriggio. Durante le vacanze scolari passavo tutte le mie giornate in palestra e seguivo tutti i corsi da mattina a sera, tranne il corso per "insegnanti e futuri insegnanti" del venerdì pomeriggio. In fin dei conti, nonostante il nome altisonante questo corso era simile agli altri tranne che per alcune variazioni: oi-zuki con salto ecc… Gli adulti, coscienti del loro futuro seguivano questi corsi: Cocatre, Hoang Nam..., vi portavano le cinture bianche.
Prima del Maestro Murakami, praticavamo regolarmente il combattimento libero alla fine di ogni corso, ma dopo il suo arrivo più niente. Eravamo pazienti come lo si può essere a diciassette anni e, dopo due mesi, cioè diverse settimane dopo il famoso "kata", Nguyên Van Nam richiese al Maestro Muratami, con il suo più simpatico sorriso :"jiyu kumité".
Davanti ai miei occhi si svolse il primo combattimento di uno di noi con il Maestro Murakami. Infatti si trattò di una rincorsa attorno alla palestra, Nam gli voltava totalmente le spalle per meglio correre. Davanti all’ilarità dei suoi allievi il Maestro Murakami perse la serietà e rise con noi.
Bui Xuân Quang
(Tradotto dall'francese al italiano da Isabelle Sebastiani)
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